TRATTAMENTO IPNOlogoTERAPEUTICO DI UNA RAGAZZA IN CRISI

Il caso di Francesca (si tratta di nome convenzionale) rappresenta la storia del suo disagio dovuto ad un conflitto esistente tra il “padre buono” interiorizzato durante l’infanzia e il “padre cattivo” che la madre le ha voluto imprimere attraverso ripetuti messaggi svalutativi. Questo conflitto causava a Francesca dei malsani preconcetti nei confronti dei partners. Il suo caso è stato seguito sulla base di modalità terapeutiche sia di stampo frankliano, come la maieutica socratica, sia con la logoterapia dei sogni e la logodinamica subliminale di F. Brancaleone (inserimento durante il colloquio e l’ipnosi di “cancellazioni”, “generalizzazioni” e “deformazioni” per stimolare, a livello subliminale, le potenzialità profonde).

Presentazione anamnestica.

Francesca è una ragazza di 24 anni, con maturità artistica, svolge un’attività con mansioni di grafica pubblicitaria. Vive con la madre ed un fratello. Ha una sorella sposata da alcuni anni. Il padre è separato dalla madre e risposato da tre anni. Già dal primo colloquio emerge il “ricordo negativo del papà che non era affettuoso”. Il motivo per cui si presenta è un “gran senso d’inferiorità nei confronti dei colleghi maschi, stati confusionali, timore nell’esprimere i propri pensieri, timidezza e mancanza di fiducia nei confronti degli uomini in generale”. Emerge però un buon rapporto, fin da bambina, con il fratello più giovane di due anni. Quindi non è tutto da ristrutturare il modello maschile introiettato da Francesca grazie a questo buon rapporto.

Nel raccontare gli aspetti salienti della sua vita Francesca evidenzia con enfasi le sensazioni di disagio che provava ogniqualvolta il papà doveva assentarsi da casa per lunghi periodi a causa del lavoro e la sofferenza che viveva nel notare la contentezza della madre all’uscita da casa del padre. Evidentemente Francesca viveva un penoso conflitto perchè amava il padre ma doveva trattenere i suoi slanci affettivi in quanto la madre le presentava sempre e solo gli aspetti negativi del padre. Diceva infatti “quando arriva il papà porta solo problemi con sè”. Quindi Francesca cresce con l’idea che il papà è una persona da estromettere, una persona che ha soltanto difetti e che tradisce. Con la sorella sposata è sempre esistito un conflitto di fondo: “venivamo sempre messe a confronto dai parenti del papà e dal papà stesso”; questo ha determinato un forte spirito di competizione e un grave senso di inferiorità anche perchè “per mio padre io ero la bella e mia sorella l’intelligente”.

Dai tests di Wartegg e di Sacks emerge quanto segue: Sensibilità d’animo fine e profonda, dolcezza, buon rapporto con la sua parte femminile, spiccato senso materno. L’Io attuale è in fase di evoluzione. La progettualità tende ad essere altalenante. La pulsionalità un pò statica, desiderio di tenere sotto controllo la sessualità; buona affettività e delicatezza d’animo, personalità creativa, riesce ad instaurare un ottimo rapporto qualitativo con le persone, deve solo fidarsi di se stessa. Desiderio di autoconoscenza, non apertura totale con la madre. Timore di inoltrarsi troppo nei meandri dell’inconscio. Buona capacità di sintesi. Un pò critico il rapporto con le persone in generale. Ma quello che salta agli occhi è il forte desiderio di recuperare l’immagine paterna. Francesca non riesce ad instaurare nessun tipo di dialogo col padre, nè, tantomeno, ad abbracciarlo.

Il fatto di ripetere più volte questo particolare mette bene in evidenza il suo disagio esistenziale relativo al rapporto con il padre e con i propri valori, scopi e significati

CONSIDERAZIONI ANTECEDENTI L’INTERVENTO TERAPEUTICO

Questa ragazza si è identificata in una donna, la madre, che ha il solo compito di difendere i figli dalla figura del padre. Un uomo che, per la madre, è sempre negativo perchè assente per il lavoro, critico, un padre che fa confronti, che svalorizza, che deride, che tradisce, quindi un padre immaturo che non merita assolutamente il perdono. Apparentemente la madre sembra la vittima passiva perchè ha dovuto subire; in realtà è la persona attiva della coppia genitoriale in quanto ha affrontato da sola tutto il discorso dell’educazione e della gestione della famiglia (se stessa e i tre figli). In realtà è il padre la vittima in quanto non ha mai potuto instaurare un dialogo con i figli, quindi ha cercato fuori casa un supporto psicologico che ha trovato nella donna che ha poi sposato. Francesca soffre molto per il bisogno che la madre avverte di estromettere il marito dai suoi affetti. Cresce con l’idea che il papà non meriti nulla e ciò vale anche per i ragazzi che conosce. Evidentemente c’è un forte conflitto di valori tra conscio e inconscio e da ciò la percezione degli stati confusionali e la tristezza. Francesca utilizza la comunicazione ermetica, sembra quasi anaffettiva , lo sguardo un pò fisso, l’atteggiamento quasi rinunciatario come se non ci fosse niente da fare di fronte al fatto che l’uomo è immaturo!. Ritengo utile intervenire per la ristrutturazione degli schemi rigidi che possiede ma devo cercare anche di allentare il conflitto presente tra la sua struttura superficiale e quella profonda. Mi sono accorta, infatti, che mentre parla del papà inclina un pò la testa verso sinistra (auditiva interna: infatti ricorda le parole del papà), gli occhi si rattristano, eppure mi dice che non le interessa per nulla il papà, che sta venendo da me solo per capirsi! Devo evitare assolutamente di parlarle del padre almeno a livello logico. Nella comunicazione analogica, durante il colloquio, inclino anch’io un pò la testa verso destra in modo da indurla a fare lo stesso proprio mentre mi esprimo metaforicamente. Mi si aggancia subito. Trovata la chiave d’accesso, mi organizzo mentalmente per intervenire con l’ipnosi logoterapeutica. E’ una persona che utilizza canali comunicativi di tipo cenestesico, visivo e auditivo (cenestesico: parla lentamente, privilegia evidenziare le sue emozioni, i sentimenti, e le sensazioni, comunica con il corpo, guarda verso il basso; visivo: ricorda per immagini, guarda verso l’alto; auditivo: ricorda particolari sonori, usa sostantivi attinenti alla sonorità.) A questo punto, dopo qualche colloquio, raccolgo tutto il materiale che ho a disposizione soltanto per quanto riguarda la sua comunicazione digitale (verbale-coscienziale) per poter costruire le metafore in chiave logoterapeutica. Lavoro quindi su termini come” non era affettuoso”; “quando arrivava (il papà) portava problemi”; (il papà) “faceva sempre confronti”; “venivo considerata timida e chiusa”; “non aveva fiducia in me”.

INTERVENTO LOGOTERAPEUTICO.

Siccome percepisco da parte di Francesca l’aspettativa che io intervenga sul suo vissuto nei confronti della figura paterna, per evitare che metta in atto delle resistenze, inizio ad evitare il più possibile di parlare del padre in modo da stimolare la struttura profonda. Probabilmente si chiede il motivo per cui non le propongo di parlare del padre. Le chiedo di parlarmi delle doti della madre, della sorella, del fratello e, già che ci siamo, anche di quelle del padre anche se, dico, immagino che non ce ne siano. Reagisce! “Si, ce n’è qualcuna!” Ah!… ma è proprio sicura? rispondo. Provocandola in questo modo, inizia a sbloccarsi dicendo che il padre, da bambina, la portava con sè a pescare e le raccontava delle belle storie, che è sempre stato un buon lavoratore, è simpatico, dolce, amante della natura, riflessivo, spiritoso, avventuroso e intelligente. Intanto emerge che l’attuale partner rispecchia molto il carattere del ‘padre criticato’ non del padre reale, quello con le buone qualità. Una breve parte delle sedute è di tipo psicagogico-digitale focalizzato soltanto sull’atteggiamento da tenere mentre riflette sull’immagine del suo partner attuale che dimostra una personalità infantile; in realtà lavoro sulla struttura profonda e la stimolo verso una possibile ristrutturazione nei confronti di suo padre. Limitando la psicagogia ad una indicazione comportamentale momentanea, realizzo nel setting una maieutica attraverso il suo insight, cioè il suo parto coscienziale. Questo avviene dopo alcune sedute. Solo quando riesce ad accorgersi che il partner non è soltanto quello che dimostra di essere capisce che anche il padre può essere visto dal punto di vista di Francesca stessa, non per come la madre le ha fatto credere fino adoggi. Quindi, grazie alla maieutica socratica, la stimolo a mettere in discussione le sue concezioni sbagliate sul padre e a “partorire” il padre positivo che aveva dentro. Finora i partners di Francesca, compreso quello attuale, erano ragazzi inconcludenti, inaffidabili e con scarsa personalità, proprio come sua madre ha sempre descritto il proprio marito. Grazie al lavoro di analisi del comportamento che Francesca inizia ad attuare nei confronti dell’attuale ragazzo, emerge per lei che ogni squilibrio palesa un problema. Questo comporta la presa di coscienza che anche il padre probabilmente poteva aver avuto delle lacune caratteriali e affettive che colmava a suo modo. Nella mente di Francesca inizia, piano piano, ad aprirsi un varco, e da qui l’inizio della ristrutturazione.

L’aiuto maieuticamente a spostare l’attenzione dalla triade madre-sorella-fratello alla persona del padre. Però non enfatizzo ancora gli aspetti positivi del carattere del padre perchè attendo che sia lei a portarmi verso il suo sblocco psicologico nei confronti del padre. Percepisco che può farlo da sola. Anche nell’elaborazione del Sacks sfioro soltanto le considerazioni scritte nei confronti del padre e noto che è lei a parlarne. Razionalmente attacca il padre dando così ragione alle critiche che la madre gli muove, ma nel test esprime il bisogno di superare il conflitto, infatti la frase “se mio padre solamente volesse” viene completata con “rivedermi…” e la frase “io ho l’impressione che mio padre sia” viene completata con “diventato più disponibile nei miei confronti”. Probabilmente è Francesca ad essere, oggi, più disponibile nei confronti del padre. Al padre, del resto, non è mai stato permesso di esternare i propri sentimenti.

Gli interventi logoipnotici li programmo rispettando il più possibile le strutture logiche ed analogiche utilizzate da Francesca durante i colloqui. In genere dopo l’induzione stimolo l’approfondimento della trance con la tecnica dell’hard confusion.

Nel nuovo stato alternativo di coscienza di Francesca presento storie che coincidano con il suo quadro di riferimento storico-familiare per modificarne il significato.

Ritengo utile inserire, fra i ricalchi e le guide, alcune disseminazioni metaforiche sempre inerenti il suo passato affettivo con il padre:

Ecco un breve esempio: lungo il fiume… un uomo forte e una bambina… stanno pescando…

lui è sensibile… ai movimenti della lenza… alla presenza della bambina… lui è attento… allo sciacquìo dell’acqua…bella…trasparente… ai bisogni della bambina… l’esca in fondo… può portare in superficie qualcosa che scopre… può trovare qualcosa… può portare fuori qualcosa… e mentre si pesca… nell’inconscio…si può trovare qualcosa…e riportare alla luce e mentre si pesca…nell’inconscio… si può capire… una donna…(lei)

può capire…

che può avvicinarsi… come quando quella bambina… in qualche modo… guarda la pesca con…tenta di avvicinarsi… all’uomo forte…

con…tenta di avvicinarsi… all’uomo sensibile… (elenco tutti gli aggettivi usati da lei per definire gli aspetti positivi del padre).

A livello logico, naturalmente le frasi vengono decodificate nel senso di ‘contentezza per l’avvicinamento’ come quando era bambina, mentre a livello profondo il senso si decodifica come ‘tentativo di avvicinarsi’ oggi che è donna, ad un uomo con tante qualità. Mentre pronuncio “tenta di avvicinarsi…e prima o poi… si avvicinerà…” modulo la voce e ricalco nel futuro durante l’espirazione. La stessa cosa avviene quando dissemino concetti di accettazione e di accoglimento di un uomo che può anche aver sbagliato ma, ad un certo punto, capisce e riesce a rimediare. Cerco di ricalibrare certi concetti della struttura profonda in conformità ai canali preferenziali di Francesca. Sempre in stato di trance lavoro attraverso il canale cenestesico sulle emozioni, sui sentimenti e sulle sensazioni positive e negative nei confronti del padre; il canale visivo è utile per rivivere le scene e ampliarle disseminando possibilità di cambiamento mentre il canale uditivo mi permette di rinforzare il campo affermativo rivivendo i suoni a cui la paziente è legata (la voce del padre, lo stormir delle fronde, lo sciacquìo del fiume ecc.)

Spesse volte, tra i ricalchi e le guide pronuncio la frase “si può cambiare” sia per modificare ulteriormente lo stato di trance sia per rinforzare la “possibilità di ristrutturarsi” a livello profondo.

Nel dialogo maieutico Francesca impara a considerare i fatti della sua vita passata cercando di attivare la sua memoria rimossa nei confronti delle emozioni e dei sentimenti per il padre. Lavorando sul confronto tra passato e presente, sulle generalizzazioni notando le contraddizioni, con l’analisi dei sogni, e con le libere associazioni, è stato possibile distruggere tante certezze malsane. La frase del padre “tu sei la bella e tua sorella è l’intelligente” che era vissuta da Francesca come una critica negativa e limitante, l’ho ristrutturata riconsiderandola come stimolo positivo. Ho aiutato Francesca a riflettere a quanto è stata utile questa critica per stimolarla ad attivare, dentro di sè, la sua potenziale intelligenza, il suo vasto orizzonte noetico. Proprio grazie a questa critica lei si è impegnata con se stessa a studiare e ad arrivare al traguardo che ha raggiunto oggi. La presa di coscienza di questa possibilità messa in atto ha modificato il sistema di valori, significati, scopi di Francesca sia nei suoi confronti (non sono intelligente) sia nei confronti del padre (vissuto come persona capace solo di criticare)

Inconsciamente Francesca ha attuato la tecnica del “come se” di Crumbaugh stimolando le proprie potenzialità profonde a comportarsi come se lei fosse intelligente. C’era probabilmente un’autentica motivazione al cambiamento (cambiare agli occhi del padre) che ha illuminato noeticamente la meta da raggiungere.

Francesca ha capito che l’emozione della “paura di parlare con suo padre” aveva generato il sentimento dell’”angoscia esistenziale”; che l’emozione della “rabbia” aveva generato il sentimento dell’”indignazione” nei confronti dello stile di vita del padre; ma ha capito anche che scegliendo di venire in studio, le sue aspettative profonde hanno potuto ascoltare le ragioni del cuore esplicandosi, come bisogno noetico, nel sentimento della “speranza”. Ha capito anche che l’emozione dell’”infatuazione edipica” non aveva ancora avuto modo di autotrascendersi nel sentimento dell’”amore, amore figliale” profondo per il padre.

Dopo dieci incontri Francesca entra in studio sorridente e, senza inclinare più la testa, esordisce così: “domenica ho parlato a mio padre, è stato strano… mi è sembrato di vederlo per la prima volta…

La rivalutazione dei valori affettivi del passato, ha permesso a Francesca di ristrutturarsi nel presente a livello inconscio e di comportarsi di conseguenza percependo, a livello conscio, quello slancio noetico verso una persona, il padre appunto, che le condizionava tutte le scelte esistenziali.