Psicoterapia Autogena (o Bionomica) Schultziana.

Psicoterapia Autogena (o Bionomica) Schultziana.

Ioannes Heinrich Schultz (1884-1970) prima di arrivare alla creazione del Training Autogeno studiò, applicò ed approfondì l’ipnosi. Fu allievo di Oscar Vogt, ipnologo e neurofisiopatologo ;  affascinato dalle scoperte di Pavlov e da quelle degli ipnotisti del tempo, si dedicò all’applicazione dell’autoipnosi. Dagli studi neurofisiologici costruì la parte somatica del suo  metodo pubblicando il suo primo lavoro sul Training Autogeno nel 1926.

Tutta la teoria schultziana si basa sulla concezione bionomica che concerne la visione unitaria psiche-soma dell’essere umano.

La psicoterapia autogena, o bionomica, affonda le sue radici nella neurofisiologia e nella psicologia del profondo analiticamente orientata; questa interrelazione permette al soggetto, che pratica il Training Autogeno, di raggiungere obiettivi di fondamentale importanza tramite processi di  autoanalisi,  di autoconoscenza. e di autorealizzazione.

Il termine Training significa ”allenamento” mentre  Autogeno significa ”che si genera da sé”. Che cosa si dovrebbe generare da sé? Tutte  le risposte psicofisiologiche che, spontaneamente,  emergono durante il Training Autogeno Somatico (di base). Queste risposte sono soggettive, uniche, originali e irripetibili, proprio come la Persona che esperisce le sensazioni, le emozioni, i vissuti  in quel particolare momento.

Con l’allenamento alla più autentica autogenicità, il soggetto acquisisce la capacità di ascoltarsi e di cogliere ciò che si genera da sé in se stesso, sia a livello fisico che a livello psichico.

L’espressività libera e la curiosità di scoprire ciò che emerge durante il Training Autogeno non devono assolutamente essere condizionati dalla volizione. Il soggetto che vuole che accada qualcosa entrerà in un circolo vizioso chiuso per cui non accadrà mai nulla di  spontaneamente creativo ma soltanto un accumulo di tensione nervosa. Quando il soggetto si dedicherà  all’ascolto passivo di ciò che accade dentro di sé, si abbandonerà al principio del “lascio che accada spontaneamente”, senza forzature.  Se non accadrà ora, accadrà poi.

Imparando a non avere aspettative, a non dare comandi al proprio essere psicofisico, a non dare giudizi di valore a ciò che si crea o non si crea, la persona imparerà, con l’allenamento, ad accogliere qualsiasi risposta proveniente dal corpo e dalla mente, sempre con curiosità e meraviglia;  è giusto accogliere anche l’eventuale risposta della “non risposta”

Studi neurofisiologici  molto interessanti  sostengono che, mentre in stato di veglia è predominante nel cervello l’emisfero sinistro che è preposto al ragionamento logico, razionale, critico analitico-verbale,   l’emisfero destro,  viene  maggiormente “attivato” in stato ipnotico. Quindi, nell’un caso come nell’altro i due emisferi non si attivano contemporaneamente  con la stessa modalità. Questo lo esperiamo quando constatiamo di persona i due stati  cerebrali. Quando siamo molto critici (emisfero sinistro), trascuriamo l’istintualità, la sensibilità, l’intuizione (emisfero destro).

L’emisfero sinistro attiva l’interesse sui problemi ansiogeni come le preoccupazioni, i problemi, le ansie, il pensiero sui sintomi, sulle malattie ecc.

L’emisfero destro ci distanzia da tutto ciò, però rischia di farci “vivere fra le nuvole”.

Il Training Autogeno di Schultz è in grado di creare la sintesi delle due attività cerebrali.

L’allenamento costante crea un dialogo equilibrato tra il cervello e la mente, promuove la salute psicofisica, crea l’armonizzazione tra tutte le capacità intrafisiche e intrapsichiche e, queste ultime, riusciranno ad “agganciarsi” anche alla dimensione spirituale, secondo i principi di V.E.Frankl.