La fiducia: consapevolezza e moto dell’anima.

Consapevolezza e moto dell’anima

La fiducia  nell’altra persona si basa su due sensazioni: una consapevole, grazie alla quale si percepisce di poterla riporre nell’altra persona e una come moto dell’anima che ci fa intuire di poterci fidare ciecamente.

La dimensione consapevole ci permette di percepire chiaramente di poterci fidare dell’altra persona perché avvertiamo che lei è davvero la depositaria onesta e leale di ciò che le confidiamo; è una persona che, per nessuna ragione al mondo, tradirebbe la nostra fiducia. La dimensione più profonda – intesa come moto dell’anima – è intangibile quindi non si può descrivere ma la si percepisce come qualcosa di più elevato, inaccessibile e, per ciò stesso, appartenente alla sua irragiungibilità. Questa intuizione non la si può spiegare a parole perché fa parte di quella dimensione spirituale dell’essere umano che lo caratterizza e lo contraddistingue da ogni altro essere umano. La dimensione spirituale non va confusa con quella religiosa o soprannaturale, né ha alcuna valenza trascendentale, mistica o sentimentale,  ma è semplicemente più ampia e inclusiva rispetto alla dimensione intellettuale, in quanto comprende quella esistenziale ed emozionale. Se la fiducia nell’altra persona si basa soltanto su un discorso logico, concreto e conscio, non possiede in sé quegli elementi appena spiegati che non possono essere assenti in una reale relazione di fiducia reciproca.

L’aspetto consapevole e quello inconscio debbono coesistere per aderire al principio indiscutibile  dell’unicità di ogni singola persona che non può essere rassicurata soltanto formulando un discorso teorico sulla fiducia reciproca.

Partendo dalla fiducia in noi stessi, è importante non mentire dicendoci qualcosa che si basi soltanto su un discorso logico del tipo: «so che mi posso fidare di me, quindi mi fido» ma dovrebbe essere un discorso intimo e onesto che si rinforza, nel corso del tempo, grazie a molteplici conferme quando ci facciamo un esame di coscienza e cerchiamo di non mentire a noi stessi. L’autostima che ne deriva dal fatto di essere onesti con noi stessi, ci predispone a coltivare anche la fiducia nelle altre persone e, di conseguenza, ad offrire quell’affidabilità che indica agli altri il messaggio “puoi fidarti di me”. (M.M.Marconi, “Mi fido di te” Editoriale Programma, TV)