Il valore della  LIBERTA’ nella vita di coppia.

Il valore della  LIBERTA’ nella vita di coppia.

dott.ssa Magda Maddalena Marconi

1. La libertà di pensare al valore della Libertà

Il valore della Libertà, nella vita di coppia, non può prescindere dalla comprensione del significato del concetto di ‘libertà individuale’: se non conosco e, di conseguenza, non so rispettare la mia Libertà, non sarò mai in grado di rispettare la Libertà dell’Altro. 

Mi soffermo ad analizzare queste ultime definizioni: se ci fermiamo ingenuamente e continuiamo a leggere sempre le stesse affermazioni senza riflettere su di esse, creiamo in noi, senza rendercene conto, delle rigidità psichiche che altro non fanno che perpetuare ciò che la logoterapia aborrisce: il riduzionismo e il determinismo.

Non per tutte le persone è vero che l’essere umano dovrebbe esperire personalmente il senso della Libertà per essere in grado di vivere un rapporto a due sereno! L’assolutismo blocca il pensiero e non facilità l’emergere noetico dell’unicità dell’Altro!

Nella mia pratica professionale ho notato che molte persone, a causa o grazie ad alcune esperienze giovanili, hanno scoperto il valore della Libertà nelle altre persone pur non avendo consapevolezza della propria. Hanno scoperto il piacere di rispettare la Libertà dell’altra persona e, durante la loro evoluzione psiconoetica, hanno preso coscienza che anche in loro esisteva questa potenzialità.

Questo mi ha fatto riflettere molto sui tempi interni di ogni singolo individuo, sull’originalità di ognuno di noi, sulle caratteristiche che ogni persona possiede rispetto a tutte le dinamiche inconsce e consapevoli.

Le domande che mi giungono spontaneamente alla coscienza durante il lavoro logoterapeutico sono le seguenti:

Esistono, in questa persona, i contatti fra le tre dimensioni? Corpo, mente e Nous: la corporeità è in contatto con la mente? E con la mente dell’Altro? La mente di questa persona è in contatto con il suo Nous? E con il Nous dell’Altro? Queste domande dovrebbero affiorare spontanee solo quando si è proiettati verso l’alterità e verso la sua unicità.

Le tre dimensioni umane dovrebbero compenetrarsi tra loro come per ogni entità esistente.   

Se una persona è invischiata nella propria egoità, non ha occhi per vedere l’alterità. Crede di vederla, in realtà tende a vedere  inconsapevolmente nell’altra persona ciò che vorrebbe che appartenesse all’altra persona. Qualcosa che inerisce la categoria dell’avere, non dell’essere. In psicologia clinica questo meccanismo viene definito “proiezione” ed è un fenomeno involontario che deruba l’Altro della propria Libertà. L’Altro non si sente realmente a proprio agio perché percepisce di non essere vissuto come egli ‘è’ ma per quanto egli ‘ha’: gli viene attribuita una serie di caratteristiche che danno all’altro l’idea di possesso.

L’immagine della persona in logoterapia è: “L’uomo èmolto più che…”

Il senso della Libertà non può prescindere dalla tridimensionalità ma soprattutto dalla dimensione noetica dell’essere umano: non può essere legato solo alla sfera psichica. Corpo, mente, nous: tutti possiamo percepire il corpo libero (dimensione fisica) quando semplicemente lo facciamo camminare in spazi aperti o lo facciamo correre dove avverte sensazioni di libertà di movimento, o quando utilizza i propri cinque sensi… Molte persone possono anche parlare (dimensione psichica) di Libertà e ragionare su  questo concetto   nelle sue svariate sfumature che vanno dalla ‘Libertà da’ alla ‘Libertà verso’ o ‘per’. Riflettere sul concetto di Libertà non significa, come molte persone credono, esserne depositari. Ragionare sulla Libertà, comunque, può già essere un buon passo di avvicinamento alla dimensione noetica perché la sfera psichica si attiva e inizia, almeno a livello razionale, a smuovere certe radici del ‘senso della Libertà’ stessa. Il passo successivo, il più importante, è quello che riguarda l’emersione spirituale del senso della Libertà. Molti giovani, scivolati nella voragine della droga e dell’alcool, sono pienamente convinti di aver scoperto la strada maestra della felicità. Loro sì che sono stati in gamba a scoprirla! Non si rendono conto di esser caduti, invece, nell’abisso della perdizione, quindi della schiavitù. Quella schiavitù per loro è comunque un punto di riferimento. Bisognerebbe poter ridefinire e ricontestualizzare quel punto di riferimento.  

Addentrarsi con umiltà nella dimensione spirituale del senso della Libertà, significa percepirla ‘vasta dentro la propria essenza’ anche quando ci si ritrova costretti a subire una richiesta della vita che possiamo far diventare  “prestazione”. La consapevolezza della consapevolezza di essere pienamente liberi di scegliere ciò che la vita ci propone o, a volte, ci impone, è il vero senso noetico della Libertà. Nella piena libertà di scelta si dovrebbe percepire il bisogno del sostegno della propria responsabilità. Non si può prescindere da essa!

“Per molte persone la parola Libertà esprime un concetto positivo: lottano per la Libertà, desiderano ardentemente la Libertà, ma dimenticano spesso che la Libertà è come un campo smisurato e senza sentieri. Ci si può muovere in ogni direzione, certo, e non ci sono barriere o recinti che obbligano a fermarsi, ma non c’è neppure niente che aiuti ad orientarsi, niente che indirizzi ad uno scopo. Anche in un campo vuoto e sconfinato si può vagare disperatamente…” (Lukas 1991, p.15)

Scoprire e fare proprio il senso della responsabilità, rinforza ed aumenta il senso della Libertà.

Quest’ultimo deve andare oltre la psiche: trascendere l’uomo e trascendere la coppia.

Il senso della Libertà dovrebbe travalicare i limiti dello scopo della vita ed entrare nella dimensione trascendente del senso della vita.

Una coppia che si prefigga uno scopo di vita è una coppia che sfrutta solo le potenzialità intrapsichiche che sono condizionate prevalentemente dalla ‘necessità’ e, di rado, dalla ‘possibilità’.

La coppia, invece, che voglia dare senso alla propria vita è una coppia che assapora e fa sue le potenzialità noetiche, trascendenti, non solo intrapsichiche.

La determinazione di voler attuare qualcosa per la propria vita emerge da uno scopo intrapsichico (l’atto volitivo, il desiderio, la spinta motivata) mentre il senso trascende l’essere umano. L’essere uomo e l’essere coppia, dovrebbero protendersi oltre il Sé dei singoli, pur rispettandolo.

Quando due persone si costituiscono in coppia, si realizza l’avvicinamento di due forme di Libertà (sempre tridimensionali) che, nel tempo, dovrebbero imparare acompenetrarsi e a convivere rispettandosi a vicenda. 

Ora impostiamo un problema. Poniamo una delle domande 

fondamentali: che cos’è la Libertà per l’uomo? Quando un 

uomo si sente libero? 

Un uomo si sente libero quando non si sente condizionato 

nelle sue possibilità di scelta. Infatti, la Libertà è una condizione, tipicamente umana, mentale e spirituale, che 

ci pone continuamente davanti a delle scelte che ci 

definiscono come persone e ci differenziano. 

In questo senso la Libertà convive necessariamente con la 

possibilità: più possibilità di scelta ho, più mi sento 

libero. Quindi devo educarmi ad ampliare le mie 

alternative di scelta sapendole riconoscere. La Libertà 

è anche un valore: nella scelta sono implicite

l’autonomia e la responsabilità. La Libertà rappresenta 

una necessità della coscienza (psichica), una direzione ideale(doverosità), che tenga conto della coerenza interna (doverosità verso se stessi) e del rispetto dei bisogni degli altri (doverosità verso gli altri). Ma la Libertà rappresenta anche una possibilità dello spirito: non può e non dovrebbe restare vincolata solo alla dimensione psichica. 

L’educazione alla scelta diventa una educazione all’autonomia e alla responsabilità imparando, di volta in volta, a scoprire, nelle situazioni concrete dell’esistenza, le giuste priorità interiori ed esterne. 

È un allenamento quotidiano che si realizza nel prendere 

posizione e nell’agire. In questo senso educare alla 

Libertà significa educare all’azione, ma è un’azione che ha in sé la possibilità noetica non solo la necessità psichica.

Il senso di responsabilità dovrebbe camminare di pari passo col senso di Libertà.  La persona impara a voler fare qualcosa che ‘vuole dover fare’ per raggiungere il suo obiettivo.  Per acquisire ciò, deve tener sempre presente la mèta da raggiungere e considerare che il suo 

  percorso sarà irto di ostacoli che vorrà superare: quasi a  sfidarne la prepotenza.  

​Nella coppia, il singolo che ha dato vita a questa consapevolezza dentro di sé, è in grado di aiutare l’Altro nella ricerca del senso di Libertà non ancora scoperto.  

  2. Libertà da

 Partendo dal presupposto che non esiste Libertà senza l’interiorizzazione delle norme, per scoprire e coltivare il proprio e l’altrui senso di Libertà, è bene prescindere sempre da quelle norme e da quei vincoli esterni che hanno generato reazioni oppositive durante l’età infantile ed adolescenziale. 

Quelle reazioni antagoniste nei confronti dei genitori e 

delle loro regole, devono trovare la loro giusta modalità 

espressiva. 

La persona adulta dovrebbe chiedersi se ha interiorizzato 

le regole genitoriali perché vi era in essa il desiderio 

di‘diventare’ quelle norme, quei valori, quei principi o se l’ha fatto solo per spirito di emulazione o per paura.    ‘Accorgersi’ di un valore o di una norma nell’Altro (il genitore) ed imparare a ‘farlo proprio’ determina una libera scelta (solo noetica) che condizionerà il comportamento futuro e che verrà poi vissuto nel rapporto Io-Tu.  

Educarsi ed educare al senso della Libertà è un processo continuo che forma la mente dell’uomo. In questa dinamica, la persona prende coscienza dei propri limiti e inizia prima a ‘liberarsi da’ preconcetti che limitano le sue scelte e, piano piano, percepisce la propria ‘libertà verso’ quella cosa vissuta come ‘scelta libera’. Il senso autentico di Libertà si vive nella consapevolezza di scegliere ed eseguire un’attività o coltivare una relazione (con ​qualcosa o qualcuno) che produca una risposta piacevole per il singolo che sceglie. 

Anche la coppia che vive autenticamente in 

libertà non dovrebbe fare ‘ciò che vuole’ in modo capriccioso ma ‘voler fare ciò che ha deciso di fare’ di comune accordo e che abbia sempre un senso per i singoli e per la coppia stessa. 

3. L’Atto di Volontà nell’Autotrascendenza

La maggior parte della teoria frankliana è basata sul concetto  antropologico di autotrascendenza. 

Dimenticare  se stessi e donarsi incondizionatamente è, secondo Frankl, l’unico modo che permette ilraggiungimento dell’autorealizzazione, che diventa effetto stesso dell’autotrascendenza.

Senza l’atto di volontà nessun valore viene mantenuto in vita ed è proprio lo spegnimento dei valori a scaraventare l’uomo e la coppia nel baratro del nonsenso. 

Una coppia ben assortita  impara ad educarsi 

reciprocamente al senso di Libertà creando un dialogo 

continuo all’interno del quale la Libertà del singolo si adatta alle esigenze interiori (del singolo stesso)  e a quelle della Libertà dell’Altro. 

Nella coppia queste esigenze si moltiplicano. E’

importante, dunque, imparare ad ascoltare e a parlare 

all’Altro cercando di trovare sempre una soluzione ad 

ogni crisi. La soluzione non deve mai essere proposta né 

imposta ma dev’essere scoperta dal singolo stesso che 

vive la crisi. L’Altro lo aiuterà soltanto ad attivare in 

sé le proprie potenzialità di superamento della crisi. 

Nella ricerca reciproca di soluzioni, i due singoli 

interiorizzano il senso di responsabilità che si traduce, 

nel tempo, in Libertà di coppia. Nel dialogo Io-Tu devono 

venir rispettate le priorità di scelta dei singoli senza 

mai sottovalutare i valori reciproci. Solo così si scopre 

la possibilità, non solo la necessità, di  raggiungere quell’equilibrio sereno che sproni i due partners al raggiungimento degli obiettivi individuali e di coppia: il ‘Senso della vita di coppia’.

In questo scambio di attenzioni  è indispensabile l’atto di volontà che inerisce sicuramente la sfera psichica dell’Essere ma non può restare monopolio esclusivo di essa in quanto creerebbe fenomenicamente soltanto un agire inamimato, apersonale, vuoto di contenuti emotivo-affettivi. 

L’atto di volontà si forma nella psiche (vi è quindi consapevolezza) ma riceve la sua linfa vitale dallo Spirito; viene arricchito di senso da esso, si manifesta come atto ma trasmette tutto il suo contenuto ‘essenziale’ che, grazie ai valori, si proietta nella dinamica noetica dell’autotrascendenza.  

L’atto di volontà che ‘esce’ dalla sfera psichica ed ‘entra’ in quella noetica, crea l’autentica ‘libertà della volontà’ che è un luogo antropologico in cui può radicare la ‘volontà di significato’ per dar origine al vero significato della vita di coppia.

Magda Maddalena Marconi

Psicologa-Psicoterapeuta-Logoterapeuta-Ipnoterapeuta

Riferimenti bibliografici

Fizzotti E. e Carelli R.(1990), Logoterapia applicata,  Salcom, Varese.

Frankl V.E. (1990), Dio nell’inconscio,  Morcelliana,Brescia.

Frankl V.E. (1992), La sofferenza di una vita senza senso,  Elle Di Ci, Torino.

Frankl V.E. (1994), Senso e valori per l’esistenza,  Città Nuova, Roma.

Frankl V.E. (2001), Logoterapia Medicina dell’anima,  Gribaudi, Milano.

Lukas E. (1990), Dare un senso alla famiglia, Paoline.

Lukas E.(1991), Prevenire le crisi,  Cittadella, Assisi.

Lukas E. (1983), Dare un senso alla vita,  Cittadella,Assisi.