Il messaggio dei sogni

Il messaggio dei sogni

Dalla visione simbolico-psicodinamica a un approccio fenomenologico-esistenziale

Premessa: Le decodificazioni oniriche nella Logoterapia e nell’Analisi Esistenziale

È inevitabile che durante il percorso logoterapeutico le Persone chiedano spiegazioni e chiarimenti sul loro mondo onirico (sogni notturni, flashes visivi, incubi, fantasie ad occhi aperti, sogni ricorrenti) e desiderino ricevere delle risposte soddisfacenti che permettano loro di individuarne il Senso sotteso.

1. La tridimensionalità nei simboli onirici

Aderendo pienamente ai principi della visione frankliana che rispetta la tridimensionalità dell’essere umano in ogni aspetto della sua esistenza, ho potuto constatare – durante i percorsi logoterapeutici – che anche del mondo onirico è possibile rispettare la visione tridimensionale di chi produce immagini mentali.

Non esiste una letteratura sui simboli onirici in chiave logoterapeutica che non venga incorporata a quella freudiana o junghiana e per questo motivo credo sia molto importante acquisire una modalità interpretativa che esuli da qualsivoglia teoria precostituita e che eviti, essa stessa, di pretenderne la paternità.

Era da molti anni che riflettevo e mi ponevo il seguente quesito: 

dato che l’essere umano è unico, irripetibile e tutto di lui è originale e soltanto suo, perché ci si ostina a non capire che qualsiasi cosa che non sia della sua persona può essere fuorviante, condizionandola fino a danneggiarla? 

Perché devo aderire pedissequamente a dei modelli, a delle teorie, a dei ragionamenti che provengono da persone sicuramente geniali ma pur sempre diverse da quella singola persona che sogna? A queste domande, e grazie alla interiorizzazione del pensiero frankliano, rispondo da diversi anni ad un’unica esigenza: quella della persona che si rivolge a me per essere aiutata senza più riferirmi o fare assegnamento a teorie  decretate precedentemente. Solo in questo modo sento di rispettare totalmente la persona che ho di fronte. 

I primi anni ho faticato ad entrare nel punto di vista onirico del sognatore poi, imparando a sospendere non solo il giudizio ma, soprattutto, l’abitudine ad analizzare con i vecchi parametri acquisiti nei percorsi accademici e post accademici, ho iniziato a sentirmi libera di procedere. In questo modo alleggerisco notevolmente me e permetto alla persona di sentire davvero che ciò che produce non viene inquinato da analisi altrui. 

Ho imparato ad accogliere il Tutto della persona senza mai sostituirmi a lei né ad offrirle alternative di Senso onirico. Ho voluto usare la stessa modalità rispettosa che ho sempre usato durante la Logoterapia e la Psicoterapia “abituando” la mia coscienza a due verità: una universale e una personale. 

La verità universale e oggettiva è tale quando il concetto che si esprime è indiscutibile da chicchessia proprio perché non è stato sancito e teorizzato da alcuna persona.

La verità personale e soggettiva è della persona che si esprime, quindi irriducibile a tutte le altre. “[…] esigiamo che ci sia oggettività non solo nell’analizzando ma anche nell’analista: vogliamo cioè un rispetto incondizionato per l’oggetto della ricerca (per quanto riguarda, ad esempio, idee o fantasie indotte) ma anche una incondizionata assenza di pregiudizi nel soggetto che ricerca, in modo che – di fronte al fenomeno della spiritualità inconscia – non giri altrove lo sguardo.” (Frankl, 1990, p.49).

Partendo, quindi, da un presupposto francamente antiriduttivista, non può e non dovrebbe esistere una simbologia –  definita universale da qualcuno – alla quale far aderire ogni dinamica della mente umana.

E’ sicuramente affascinante conoscere le simbologie ideate da Jung, da Freud e dai loro successori ma obbligarmi, io per prima, ad utilizzare i loro modelli interpretativi mi è parso, fin dall’inizio, una forzatura offensiva che ledeva l’originalità di ogni simbolo onirico quindi di ogni individuo.

Non aveva senso sostenere il rispetto dell’uomo, della sua tridimensionalità (soma, psiche e Nous), dei suoi valori, dei suoi significati e dei suoi scopi per poi cadere nel tranello delle congetture psicoanalitiche! Qualcosa non mi quadrava! Strideva troppo il fatto di aderirefedelmente al pensiero frankliano ed attenermi ad una modalità interpretativa tradizionale. Insommanon c’era coerenza!

Così ho riflettuto su quale potesse essere la modalità più rispettosa sia della visione frankliana sia dell’unicità della persona e mi sono soffermata a lungo su questo interrogativo: che cosa significherebbe per chiunque, in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo della terra, un determinato simbolo?

2. 1 Il presupposto fondativo dell’analisi dei simboli onirici

Per capire e far capire il Senso profondo (personale) delle produzioni oniriche dobbiamo partire da presupposti di verità universali che prescindano da quelli stabiliti da personaggi del panorama psicoanalitico europeo di indiscutibile valore i quali, pur avendo avuto geniali intuizioni interpretative, hanno inevitabilmente influenzato gli studiosi e gli appassionati di psicoterapia ma soprattutto chi desiderava avvicinarsi al mondo onirico e dell’immaginario simbolico.

Se i significati simbolici vengono stabiliti da qualcuno non sono universali, non potranno mai esserlo! Sono soltanto relativi, relativi al pensiero di qualcuno.

Intendendo, quindi, impostare una nuova lettura che superi tutte le teorie precedenti e che non cada, a sua volta, in una modalità esegetica alla quale dover aderire, proviamo a partire dalla semplice e immediata Logica, quella indiscutibile, inconfutabile, lapalissiana! Già Frankl notava la consuetudine dei professionisti ad interpretare sempre e solo secondo strumenti preconfezionati e scrisse “Non vediamo perché tale semplice possibilità di spiegazione del sogno in tutti i suoi singoli elementi debba essere trascurata, per lasciare invece il posto all’opinione corrente secondo la quale in essi devono essere assolutamente scoperti dei contenuti sessuali infantili” (Frankl, 1990, p.48)

2.2 Simbolo come unione di due parti: le due verità

Riflettendo sulla domanda “che cosa significherebbe per chiunque questo simbolo?” (la verità universale), ho messo a fuoco lentamente ma in modo sempre più chiaro – negli ultimi quindici, vent’anni –  che l’unico modo per non tradire il pensiero umanistico-esistenziale di V.E. Frankl e non mancare di rispetto alla persona (la verità personale) era ed è considerare  i suoi valori e il suo Senso anche nell’ambito esegetico.

Mi spiego con un esempio.

“Porta” è un sostantivo proveniente dal verbo “portare”, come a dire: la porta mi porta in uno spazio diverso o uguale rispetto a dove mi trovo e questo è indiscutibile. Anche se la porta viene murata mantiene in sé il Significato per il quale è stata creata.

Questo Significato è universale quindi indiscutibile.

Mi indigno all’idea di considerare la porta come una vagina rifiutante o vergine o bloccata o pronta per essere attraversata (Freud). Non può neppure essere considerata solo un ingresso o passaggio  verso un mondo di “archetipi della trasformazione” in cui incontrare l’Ombra poi l’Anima e il Vecchio Saggio (Jung).

Il Simbolo (dal greco sùmbolon: terra ospitale divisa in due) è sempre tale se viene rispettato nella sua dualità: ciò che si vede (ed è solitamente sopraliminale) e ciò che non si vede (ed è subliminale cioè troppo debole per essere percepito e riconosciuto, ma non tanto da non esercitare qualche influenza sui processi psichici o sul comportamento o nel soma). 

Ciò che si vede e ciò che non si vede: il primo deve essere indiscutibile da chiunque (universale quindi oggettivo) e il secondo è della singola persona e non modificabile (personale quindi soggettivo).

Se voglio capire il Senso di un simbolo  dovrei unire – nella terra ospitale del sognatore – due limen che non siano stabiliti da altre persone.

Mi spiego con un esempio freudiano e un esempio junghiano.

2.3 I simboli

Il Buio e il Vuoto

Considero il  buio e il vuoto come concetti molto frequenti nei sogni e nelle paure delle persone. 

Entriamo nel mondo di Sigmund Freud.

Per Freud, i due livelli o soglie (limen) relativi al buio e al vuoto sono: 1) buio-vuoto come rappresentativi della vagina  e 2) problema sessuale come suo esito logico.

E’ Freud che decide di mettere insieme le due soglie! Questi due limen,  tolgono al sognatore qualsiasi possibilità di elaborazione autentica: tutto rimane standardizzato e obbligatoriamente riferito alla mente del terapeuta freudiano! In questo caso Freud stabilisce (in modo sopraliminale)che vagina e conflitto sessuale siano risposte indiscutibili alle quali doversi attenere: non permette al sognatore nemmeno un livello di scelta. Anche se gli permettesse di sceglierne uno, non rispetterebbe completamente l’unicità della persona.

Entriamo nel mondo di Carl Gustav Jung.

Il concetto buio-vuoto, per Jung, si riferisce  al simbolo archetipico dell’Ombra o dell’Anima-Animus (ogni volta in base alle dinamiche funzionali dell’interpretazione: perlomeno lui offre alternative!), ma anche qui il sognatore che, magari, (io dico sicuramente) ha tutt’altro bisogno, deve attenersi a queste fantasiose interpretazioni di tipo subliminale.

Anche con Jung il sognatore perde la sua libertà: se ha fiducia nel terapeuta si adegua ai suoi bisogni ermeneutici se invece non ha sufficiente fiducia, non si sente compreso e abbandona la psicoterapia.

Il sogno di Andrea:

Andrea è un giovane imprenditore che sta lottando per raggiungere degli obiettivi professionali senza chiedere un sostegno al padre. Lui vuole farcela da solo ma, a causa delle difficoltà reali che sta incontrando, si sente ansioso e, quando si corica per riposare, ha sempre la mente appesantita dalle preoccupazioni e teme di non riuscire nel suo intento. Il suo sogno ricorrente è il seguente:

«Procedevo lungo un percorso dissestato e avvertivo un forte dolore alle gambe che si acuiva a causa della strada dissestata. Ad un certo punto mi si para davanti un buio spaventoso che non mi permette di procedere perché c’era una forte sensazione di vuoto…».

Analisi freudiana: nella sessualità (percorso dissestato) avvertivo un disagio-dolore erettivo (dolore alle gambe unito alla vagina rifiutante “strada sconnessa”) e un’angoscia mortifera costante (buio spaventoso) con coito obbligatoriamente interrotto e fallimentare (non mi permetteva di procedere). Questo sogno per un freudiano avrebbe solo questo Significato!

Per Jung, lo stesso sogno, potrebbe essere interpretato nel seguente modo: l’incontro con l’Ombra (che è la nostra parte negativa che rappresenta i nostri limiti ma anche il nostro spessore) che si para davanti come buio, spaventa Andrea che si blocca (il procedere) e avverte sensazioni di vuoto (dolore alle gambe). Quindi l’Individuazione non è avvenuta o non è in equilibrio (non mi permetteva di procedere) a causa del conflitto precedente.

Bellissime interpretazioni? Per alcune persone potrebbero esserlo! E se il sognatore venisse influenzato? Succede spessissimo, per non dire sempre.

Il problema si crea quando il sognatore si immedesima nella spiegazione ultimativa e convincente del terapeuta, creando in sé una vera e propria profezia che si autodetermina! Questo è il vero problema. La persona entra nell’ottica di non essere in equilibrio, di non essere ben individuata, di avere in sé un conflitto terribile che chissà a quali conseguenze potrà condurre.

In realtà Andrea non soffre assolutamente di problemi erettivi: vive una buona relazione d’amore con una ragazza più giovane che lo ama ricambiata. Oltre a ciò, Andrea è talmente ben individuato da essere in grado di procedere verso il suo obiettivo senza l’aiuto del padre!

Vediamo la sua personale analisi nel prossimo paragrafo.

3. Logoterapia e Analisi Onirica

Per capire i sogni dobbiamo saper intuire (intus-legere) il Significato e imparare ad accogliere dal sognatore il Senso del concetto sognato. Non come lo intende Jung il quale sostiene che Significato e Senso provengono entrambi dall’inconscio.

3.1 Significato e Senso nei sogni

Per capire meglio, consideriamo il concetto concreto “valigia” e il concetto astratto “buio-vuoto”: il Significato logico e indiscutibile del concetto valigia è contenere (e questo vale per tutti ed è sopraliminale) anche se poi gli si può attribuire una serie lunga di significati che, però, non sono primari. Nella serie lunga di significati si può già intravedere il Senso personale e unico, ma sarà solo il sognatore a definirlo, mai il terapeuta! Il Senso del concetto “valigia” è, e deve restare, del sognatore (in Senso subliminale) come il Senso della vita è e deve restare del singolo che lo esperisce.

Consideriamo il concetto astratto “buio-vuoto”: il Significato logico, sopraliminale e indiscutibile è il non-chiaro, il non-pieno da cui si può dedurre una necessità di chiarezza e dipienezza ma… muovendosi cautamente per capire se sorge spontaneamente dall’esposizione catartica del sognatore. Il Senso subliminale è strettamente collegato al Significato. Più il concetto è astratto più stretto è il rapporto tra Significato e Senso. Ne consegue che più il concetto è concreto meno stretto è il rapporto tra Significato e Senso.

Nel sogno di Andrea, il buio e il vuoto, rappresentano il suo bisogno di chiaro e di pieno (questo è il Significato)  ma sta a lui capirne il Senso. Mentre riflette abbassa lo sguardo e dice «forse il mio orgoglio non mi permette di farmi dare soltanto un piccolo aiuto da mio padre…(il chiaro lungo la strada) poi sono sicuro che procederei da solo…(il pieno dell’appagamento)».

Potentia-actus-habitus: questo era il bisogno di Andrea! Cioè dare importanza alla sua possibilità di fare il passo appena espresso, agire nella realtà e cambiare atteggiamento mentale come conseguenza.

Se in un sogno compare, ad esempio, un baule o una valigia o una scatola (cioè qualcosa che contiene) il presupposto logico e inconfutabile è che questi oggetti, nella realtà, sono stati creatidall’uomo per contenere prima ancora che per trasportare (nel caso della valigia) e per riporre ordinatamente – o per altri motivi – (nel caso del baule e della scatola). Per Freud, invece, significa sempre qualcosa di vaginale-sessuale-pulsionale. Potrebbe significare una vagina solo nel caso in cui per la Persona che sogna avesse proprio questo Senso ma è rarissimo che accada!

Difficilmente i simboli freudiani e junghiani corrispondono al Senso che il sognatore dà al proprio sogno.

Torniamo alla Logica e proviamo a considerare anche il simbolo penna.

Possiamo già intuire il Significato che darebbe Freud a questo oggetto ma pensiamo che la nostra Logica – o verità universale – ci conduce subito alla considerazione che la penna nasce per  scrivere, semplicemente per scrivere cioè per fissare qualcosa su qualcos’altro (concetti-pensieri sulla carta, sul legno, sul tessuto etc.). Non nasce per rappresentare un pene o un’arma! Certo, può avere anche questo Senso ma solo in casi rarissimi. Quindi la penna fissa, trasferisce. Punto e basta!

L’intervento soggettivo-emotivo della Persona che sogna la penna, ne rifinirà il Sensoimplicito cioè le attribuirà la verità personale.

Il sogno di Fabrizio

Questo uomo è  appena stato lasciato da sua moglie, è disperato, piange e sta vivendo una depressione reattiva appesantita da sensi di colpa che lo torturano: sa di aver trascurato la relazione a causa di una eccessiva dedizione al lavoro, di un interesse egoistico per i suoi hobby  e teme di non essere più in grado di recuperare il rapporto. Il sogno che riferisce è il seguente: 

«Mi trovavo in un luogo occupato da una infinità di oggetti di ogni tipo gettati alla rinfusa e vedo, là in mezzo, una penna che risalta per la sua lucentezza…sento che devo prenderla ma non so come fare…»

Questo sogno rappresenta il bisogno di Fabrizio di iniziare a fissare, a fermare aspetti della sua vita per rimettere ordine nel suo caos esistentivo.

Il sogno di Mario

Dopo l’ennesimo fallimento professionale causato dal suo disimpegno e da un costante senso di vuoto, Mario sogna qualcosa che lo fa riflettere molto:

«vedo una penna galleggiare nell’acqua stantia all’interno di una barca alla deriva»

Il presupposto del Significato è di fissare, ancorare il suo impegno professionale, ma per Marioquella penna ha il Senso personale di volersi offrire una destinazione (il contrario della deriva) dopo aver vagato inutilmente per decenni alla ricerca di uno scopo appagante.

Sia per Fabrizio che per Mario la penna rappresenta il concetto di fissare, stanziarsi, ancorare, ma le condizioni esistentive sono completamente diverse.

Entrambi percepiscono che il loro “luogo psiconoetico” è foriero di risposte che non avrebbero trovato in alcun luogo esterno.

Purtroppo si tende a pensare che per capire i sogni si debbano conoscere elenchi  interminabili di significati onirici che si teme – oltretutto –  di non riuscire a ricordare. Un altro dubbio che accompagna chi studia i sogni e i suoi simboli è  chiedersi “avrà ragione Freud o Jung?” Nessuno dei due ha ragione in modo assoluto, ma entrambi usano la propria ragione per proporre un affascinante viaggio nella mente umana che rimane illusorio e appartenente soltanto ai due grandi pensatori. Ognuno di noi ha in sé il proprio mondo onirico e nessuno mai dovrebbe utilizzare codici o formule che appartengono alla mente di un’altra persona. Mai!

In realtà, capire un sogno è la cosa più facile che esista in psicoterapia. E’ sufficientesoffermarsi nell’immediatezza del motivo per cui esiste universalmente quel dato sognato (il Significato) e affidarsi al Senso che il sognatore gli conferisce. Nei corsi di formazione che tengo, molto spesso i miei allievi ipotizzano interpretazioni dando libero sfogo alla loro fantasia senza rendersi conto che è molto più semplice di quanto si pensi cogliere immediatamente il Significato di un simbolo nel sogno.

3.2 Ragioniamo sul simbolo lampada.

Per quale scopo viene pensata, disegnata, creata una lampada? Alcune persone potrebbero dire “per abbellire”, “per arredare”, “per creare un punto luce”, “per rendere caldo l’ambiente”. In realtà lo scopo prioritario è semplicemente e indiscutibilmente quello di illuminare. Nessuno mai potrebbe negare ciò. Le altre risposte non sono sbagliate ma non sono primarie e potrebbero travisarne il Significato.

Marisa racconta:

«stavo camminando al buio e temevo di perdermi. Ad un certo punto scivolo in un cunicolo e cerco di aggrapparmi alle pareti dalle quali si staccano dei bastoni secchi; avevo paura e ansimavo…poi vedo una lampada capovolta che sta per sprofondare con me ma io riesco a sistemarla e così ritrovo la strada che mi riporta alla superficie…in salvo…». 

Questo sogno è ricchissimo di simboli ma il Senso ultimo che Marisa riesce a percepire è che nella misura in cui lei stessa si impegna con le  proprie forze psiconoetiche ad illuminare il suo percorso faticoso, riuscirà a ritrovarsi, a ritrovare se stessa. Lei stava vivendo un reale scivolamento in vari errori e i suoi tentativi fallivano (bastoni secchi) perché non aveva realmente chiarito (illuminato) con se stessa le scelte più sagge da fare. E’ proprio lei a sistemare la lampada ed è solo lei a ritrovare se stessa. L’analisi esistenziale del suo momento storico le ha permesso di uscire da un dubbio noetico che la frenava: procedere verso un obiettivo professionale offendendo la sensibilità di una collega o fermarsi e rispettare i suoi valori riemergendo dallo scivolamento valoriale? Il procedere le dava la chiara sensazione di ferire prima di tutto se stessa.

Il sogno avrebbe potuto far pensare ad una simbologia di tipo perinatale (cunicolo) ma lo stupore che la Persona esprime nel chiarire a se stessa che si tratta di un dubbio noetico, conferma allo psicoterapeuta che il Senso del sogno è di tipo esistentivo, valoriale, quindi dell’inconscio spirituale.

Uno psicoterapeuta freudiano, in questo sogno, si sarebbe sbizzarrito ad attribuire Significati del tutto incongruenti – e  dico anche offensivi – ad un sogno che ha la funzione di capire cose molto più significative a valenza terapeutica quindi rinforzanti la personalità della sognatrice. Anche uno psicoterapeuta junghiano avrebbe potuto creare un dubbio esistentivo nel dire che bisognava illuminare l’Ombra! Quale Ombra? Perché ipotizzare qualcosa che può creare nel sognatore una nevrosi iatrogena?

Conclusioni

Questa è una modalità di lettura che non si basa su teorie preconfezionate e non si picca di voler interpretare a tutti i costi ciò che una persona produce.

Saper frenare sterili esami analitici e trattenere le proprie fuorvianti conoscenze psicoanalitiche è faticoso ma talmente appagante da restare a bocca aperta nel momento del “parto socratico” che la persona esperisce quando nasce a se stessa.

Logoterapia e Analisi onirica dovrebbero camminare di pari passo come fanno Logoterapia e Analisi Esistenziale. Nell’Analisi Esistenziale della persona che accompagniamo verso la soluzione dei suoi problemi emergono quasi sempre le domande sui contenuti dei sogni e se prescindiamo dal loro vero Senso (quello subliminale, strettamente personale) ma anche dal loro vero Significato(quello sopraliminale, ampiamente universale), non daremo mai alla persona la possibilità di muoversi liberamente dentro se stessa per incontrarsi

Non è, quindi, far aderire tutti i simboli ad alcune teorie di tutto rispetto ma preconfezionate, ma proprio il contrario cioè cogliere il Significato universale (implicitamente indiscutibile di un concetto) e offrirlo alla singola persona.

Dentro quel Significato universale esiste il Senso che la persona sente di poter dare al suo simbolo rispettando tutta la sua tridimensionalità.

Possiamo sicuramente considerare l’utilità del metodo delle libere associazioni per facilitare l’avvicinamento al più autentico Senso del sogno e, come dice Frankl, ribadire che “se utilizziamo il medesimo metodo con cui Freud ha indagato l’inconscio istintivo – e che noi invece sfrutteremo per perseguire altri scopi, e cioè la scoperta dell’inconscio spirituale – allora bisogna proprio che diciamo alla psicoanalisi: marciamo insieme, ma combattiamo battaglie separate” (Frankl, 1990, p.47).

Desidero che questo breve articolo rappresenti soltanto un preludio ad uno studio piùapprofondito che permetta di avviare un discorso metodologico di intervento e analisi del sogno inchiave logoterapeutica.

Nota: ringrazio di vero cuore il mio grande amico e collega prof.  Emanuele Perilli Psicologo, Psicoterapeuta e Docente, per avermi spronato a scrivere e per i suoi preziosi suggerimenti durante la stesura di questo articolo.

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